Spesso penso di aver scritto così tante cose su questo e su altri blog a proposito del Vajont da esserne quasi sfinita. E da esserne sfiniti voi.
Ma nella manciata di momenti da salvaguardare per non far incantare l’ingranaggio collettivo che è la memoria, del 9 ottobre di 50 anni fa non si parla mai abbastanza.
E mai ringrazierò (che buffa la vita, ringraziamo di qualcosa che ci provoca tristezza e dolore) abbastanza Radio Popolare e Marco Paolini per quella notte, quando per la prima volta le parole “povera Longarone” sono entrate nella mia vita, per non riuscire mai a uscirne per davvero.
E non ringrazierò mai Marco anche per aver accettato e amato il libro collettivo, consegnato in un bar dietro il Piccolo aspettando di vedere il suo spettacolo su Rigoni Stern.
E Luca per avermici portato in un luglio lontanissimo di caldo e attesa, al Vajont.
Note to self: tutto questo forse è da raccontare a A. perché io sia per lei quella di Bruce, quella di Niki Lauda, ma anche quella delle cose difficili da accettare di cui bisogna parlare per crescere consapevoli.